Sicurezza

Per le famiglie, le persone anziane e quelle fragili

Quando parliamo di “sicurezza”, cerchiamo di concettualizzare la totale assenza di pericoli.

Una cosa che tutti auspichiamo, ma sappiamo altrettanto bene che si tratta di un concetto impossibile da realizzare nella vita quotidiana.

In questo senso vedo due fronti su cui lavorare: la sicurezza ambientale e la sicurezza delle persone.

 

SICUREZZA AMBIENTALE

Il territorio di Baldissero è diventato molto fragile e l’abbandono di certe attività dell’uomo da un lato e l’incuria, sia individuale sia di chi è preposto alla sua tutela, hanno fatto il resto.

Non è il caso di ripercorrere qui fatti e avvenimenti che hanno caratterizzato ultimamente la nostra quotidianità, anche se molti di noi hanno ancora ben vivi gli accadimenti di meno di dodici mesi fa a Rivodora e nelle sue borgate.

 

Ma non solo questa frazione è stata colpita: anche il resto del territorio di Baldissero è diventato fragile e una costante opera di monitoraggio deve essere attuata al più presto, abbinandola ad altrettanti interventi non più procrastinabili.

 

Il controllo centralizzato e monitorato continuamente a distanza dei movimenti franosi con i più moderni sistemi deve sostituire al più presto metodologie arcaiche e che non garantiscono neppure l’incolumità degli operatori.

Importanti Istituzioni hanno offerto la loro disponibilità, attraverso iniziative che altrove sono sta accolte con intelligenza, disponibilità e grande interesse, che qui da noi incomprensibilmente sono state lasciate cadere nel nulla.

 

Anche il problema dello scorrimento del terreno sulle falde acquifere, più o meno profonde, deve essere affrontato: la nostra collina è caratterizzata da una loro significativa quantità e ogni attività che comporti una loro deviazione crea un rischio per il territorio a valle dell’intervento, se questo non è accompagnato almeno da un attento monitoraggio e dal loro censimento che non sia solo trasmesso verbalmente di padre in figlio.

Diversamente dalle falde, tutte le acque di scolo devono essere catturate e incanalate.

Oggi quest’ultimo aspetto è in grave carenza.

 

Analogamente alla mancata regimazione delle acque anche la mancata manutenzione e pulizia degli alvei ha prodotto i disastri avvenuti e incombenti di cui tutti abbiamo contezza, anche se pure qui manca, purtroppo, una visione complessiva.

Ora qualcosa si sta facendo sul rio Rivodora, ma, ancora una volta, si tratta dei soliti interventi “tampone” che prescindono da un piano complessivo di interventi.

L’attuale Giunta, nella seduta consiliare del novembre scorso, ha rivendicato una “buona gestione” avendo ancora 600mila euro in cassa, ma non ha pianificato alcun intervento né in questa materia né in altre le cui carenze sono sotto gli occhi di tutti.

 

Sui movimenti franosi impatta anche la gestione delle strade, dei fossi, delle rive e della collina in generale. I terreni e i relativi sentieri privati sono di esclusiva competenza, gestione e responsabilità del proprietario. Su queste realtà il Sindaco ha l’obbligo di vigilare ed intervenire quando si ravvisi un potenziale rischio per la sicurezza pubblica in senso lato.

Anche qui molto andrà fatto, perché anche questo aspetto è stato incomprensibilmente trascurato.

La ripiantumazione dei terreni costituisce uno degli elementi di stabilizzazione di un movimento franoso.

A seguito degli eventi che un anno fa ha così pesantemente impattato su Baldissero e sul Piemonte in generale, la Regione Piemonte ha emesso a suo tempo un bando per favorire questa attività, mettendo a disposizione gratuitamente la materia prima.

Purtroppo il nostro comune ha rinunciato anche a questa opportunità.

 

 

SICUREZZA DELLE PERSONE

Dopo aver approfondito il discorso della sicurezza ambientale, oggi voglio parlare della sicurezza delle persone, che ritengo uno degli obiettivi fondamentali di un’amministrazione comunale.

Siamo tutti coscienti che uno dei problemi che più turba i nostri concittadini è la mancanza d sicurezza percepita, derivante da una inspiegabile povertà dell’azione di deterrenza che a sua volta è dovuta a più ragioni.

La carenza organica della Polizia Municipale (e sebbene la Giunta attuale sia intenzionata ad effettuare delle assunzioni nell’ultimo trimestre della sua amministrazione, queste non sembrano riguardare il corpo di polizia urbana di Baldissero), la scarsa attenzione agli “ambienti” che possono costituire ricettacolo e ricovero di persone, le più disparate e anche disperate (ultimamente avvistate anche nei locali di San Grato), che costituiscono un innegabile richiamo per altri arrivi, la nota stagionalità di certi fenomeni “intrusivi” nelle abitazioni private, la vastità di un territorio non facile da controllare data la sua conformazione, un’errata azione di videosorveglianza.

 

Negli ultimi tempi è invalsa l’abitudine di privilegiare il controllo del territorio attraverso il ricorso alla tecnologia riducendo progressivamente il controllo attraverso il fattore umano.

Si tratta di una scelta opinabile, in quanto solo una corretta, adeguata e ben schedulata combinazione delle due permette di soddisfare realmente le esigenze.

A queste evidenti carenze sopperiscono lodevoli azioni di autotutela da parte di cittadini che si organizzano in comitati e gruppi di Controllo del Vicinato, ma se l’aspetto volontaristico rappresenta in modo tangibile il loro bisogno di sentirsi maggiormente sicuri e protetti, dall’altro rappresentano un messaggio molto forte verso chi questa tutela si è impegnato a suo tempo di garantire.

Contrariamente a quanto deciso e realizzato (anche ultimamente) a Baldissero, è consigliato il controllo tecnologico in prima battuta delle strade di accesso e dei punti di adduzione al territorio comunale, così da garantire il presidio del “perimetro”.

Ovviamente con l’abbondanza di fondi disponibili (come dichiarato dalla Giunta in Consiglio comunale a fine novembre) si possono anche collocare i sistemi di controllo e sorveglianza nel centro abitato, ma solo dopo aver protetto il perimetro. E non viceversa.

Questo controllo può avvenire con l’installazione di due telecamere che coprono l’entrata e l’uscita di ciascuna strada di adduzione e costituiscono il backup l’una dell’altra. Questo tipo di intervento per il triennio 2019-2021 ha potuto beneficiare di finanziamenti erogati dal Ministero degli Interni per 66 milioni di euro, a fronte di investimenti effettuati e per un ammontare singolo complessivo di 50.000€. Dei 512 progetti finanziati finora approvati, 498 erano di comuni con meno di 5.000 abitanti.

Baldissero non era tra i beneficiari perché non ha presentato la domanda.

 

Chiaramente non solo questo intervento va realizzato, ma occorre anche valutare interventi, come già detto sugli organici, ma anche le necessarie sinergie con i comuni limitrofi e le Forze dell’Ordine.

L’accordo stipulato con la Polizia Municipale di Torino, positivo in sé, va rivisto, in quanto le priorità che sono state concordate hanno portato ad un giusto risentimento della popolazione: anziché presidiare il territorio si è tradotto in un controllo della viabilità, con multe erogate in modo lecito ma totalmente irragionevole.

Ad esempio, i purtroppo ben noti scorrazzamenti notturni per le strade di Baldissero in generale e di Rivodora in particolare, non hanno visto finora alcun intervento, quasi che solo la Giunta non sia al corrente di quanto sta succedendo.

La sicurezza delle persone non può poi prescindere dai cosiddetti punti critici della viabilità, che saranno velocemente censiti (perché ben noti a tutti) e ai quali si porrà rimedio in modo rapido con l’utilizzo di dissuasori, di interventi correttivi dell’asse stradale ove possibile e con il ricorso alla installazione ex novo o la modifica delle temporizzazioni di impianti semaforici esistenti, ove nessun’altra soluzione sia percorribile.

La protezione delle persone avviene anche attraverso la gestione della fauna selvatica e la corretta manutenzione delle strade, ma questi argomenti, assai corposi, sono sviluppati in altra parte del “Progetto Baldissero 2031” e di prossima pubblicazione.